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15 Marzo 2024

e-Station News: Tesla Model 2, veicolo elettrico volante Suzuki e USA leader dell’inquinamento

La tesla Model 2 potrebbe arrivare nel 2027, Suzuki avvia la produzione di un veicolo elettrico volante e gli Usa inquinano il triplo di quanto dichiarano.

Tesla: Tesla Model 2 in arrivo nel 2027

Secondo gli analisti di Evercore, la Tesla Model 2 potrebbe non raggiungere volumi produttivi significativi prima del 2027. Anche se inizialmente si era previsto il suo arrivo nel 2025, la visita degli esperti alla Gigafactory di Austin ha portato a ritardare le stime. Chris McNally, capo del gruppo di analisti, ha dichiarato che la Tesla Model 2 sembra essere più una realtà del 2027. Tuttavia, ciò non significa necessariamente che Tesla sia in ritardo su questo progetto cruciale.

Il rapporto di Evercore suggerisce che la Tesla Model 2 potrebbe comunque essere lanciata nel 2025 come previsto, ma potrebbe impiegare alcuni anni prima di raggiungere volumi produttivi significativi. Si stima che nel 2026 Tesla potrebbe produrre circa 500.000 esemplari, mentre nel 2027 potrebbe superare la soglia del milione di veicoli prodotti. Questo ritardo potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, tra cui sfide legate alla produzione su larga scala e alla fornitura di componenti.

Suzuki: avviata la produzione del veicolo elettrico volante

La casa automobilistica giapponese Suzuki sta avviando la produzione della sua auto elettrica volante in collaborazione con la società SkyDrive, specializzata nello sviluppo di veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL). Questo tipo di veicoli è progettato per sollevarsi verticalmente e atterrare senza la necessità di una pista di decollo tradizionale.

Il progetto, chiamato “SkyDrive (tipo SD-05)”, è stato avviato a Iwata, nella prefettura nipponica di Shizuoka, e è in corso di sviluppo dallo scorso ottobre, quando le due società hanno firmato il contratto iniziale. Si tratta di un passo significativo nell’avanzamento della tecnologia eVTOL, poiché si prepara al debutto nei cieli, almeno in Giappone.

Inquinamento: gli USA emettono più metano di quanto dichiarato

Le stime dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) indicano che circa l’1% del volume di gas estratto nel paese viene disperso durante la produzione o il trasporto, sia a causa di perdite nelle condutture o nei compressori, sia attraverso il “flaring” e il “venting“. Tuttavia, un monitoraggio decennale ha rivelato che questa percentuale è in realtà del 3%, il che equivale a emissioni di metano molto più elevate di quanto dichiarato ufficialmente. Queste fuoriuscite di metano hanno un impatto significativo sul clima e sono stimati a causare danni per un valore superiore a 9 miliardi di dollari all’anno.

Lo studio, pubblicato su Nature, si basa su un monitoraggio esteso condotto dal progetto Kairos Aerospace e dal Carbon Mapper Project, che ha coinvolto sei importanti regioni estrattive degli Stati Uniti. Le rilevazioni aeree effettuate in un arco temporale di 10 anni hanno evidenziato la presenza di metano sopra oltre la metà dei pozzi petroliferi e quasi un terzo dei siti di estrazione di gas e relativi gasdotti. La ricerca sottolinea l’importanza di adottare misure preventive per ridurre queste perdite di metano, molte delle quali potrebbero essere facilmente prevenibili.

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