La batteria prismatica che ricarica in 10 minuti, Stellantis investe oltre 400 milioni negli Stati Uniti ed emissioni globali di metano fuori controllo.
Batteria prismatica: ricarica ultrarapida dal 10% all’80% in 10 minuti
StoreDot, azienda israeliana specializzata in tecnologie delle batterie, ha annunciato lo sviluppo di nuove celle prismatiche in grado di ricaricarsi dal 10% all’80% in soli 10 minuti senza compromettere prestazioni e durata. Queste nuove celle rappresentano un’alternativa alle precedenti celle a sacchetto denominate XFC (Extreme Fast Charging), che permettevano di guadagnare circa 160 km di autonomia in soli 5 minuti di ricarica.
Il passaggio alle celle prismatiche è stato motivato dalla loro maggiore protezione meccanica, che consente di contenere meglio le deformazioni durante le cariche ad alta potenza. Ciò ha permesso di aumentare ulteriormente la velocità di ricarica senza danneggiare le celle. Amir Tirosh, responsabile tecnico di StoreDot, ha definito questo sviluppo una pietra miliare per l’azienda, sottolineando che ora possono offrire due prodotti altamente efficienti nel campo della ricarica rapida, soddisfacendo le diverse preferenze dei costruttori automobilistici.
Stellantis: in USA oltre 400 milioni investiti nell’auto elettrica
Stellantis ha annunciato un investimento di oltre 406 milioni di dollari (circa 368 milioni di euro) in tre stabilimenti nel Michigan, Stati Uniti, per sostenere i suoi piani di elettrificazione e migliorare la flessibilità produttiva. Una parte significativa dei fondi sarà destinata all’Assembly Plant di Sterling Heights, dove sarà prodotto il Ram 1500 REV, il primo pick-up leggero completamente elettrico del gruppo, previsto per il lancio entro l’anno.
Questo veicolo avrà un’autonomia variabile tra 560 e 800 chilometri, a seconda della capacità della batteria installata (168-229 kWh), e utilizzerà la nuova piattaforma STLA Frame. Inoltre, lo stabilimento Dundee Engine Plant riceverà investimenti per riconvertire la produzione e supportare la piattaforma STLA Large, contribuendo alla realizzazione di veicoli elettrici full-size con telaio a longheroni.
Emissioni globali: metano fuori controllo
Le emissioni globali di metano sono aumentate del 20% negli ultimi due decenni, con la concentrazione atmosferica di questo gas serra ora 2,6 volte superiore ai livelli pre-industriali, raggiungendo 1931 parti per miliardo, un livello mai visto negli ultimi 800.000 anni. Solo l’Unione Europea e forse l’Australia hanno ridotto le emissioni di metano da attività umane, mentre i maggiori aumenti provengono da Cina e Asia sudorientale. Questo incremento è principalmente attribuibile all’estrazione di carbone, produzione e utilizzo di petrolio e gas, allevamento di bovini e ovini e decomposizione di rifiuti organici nelle discariche.
Lo studio sottolinea che agricoltura e rifiuti contribuiscono con circa due tonnellate di metano per ogni tonnellata proveniente dall’industria dei combustibili fossili, evidenziando una mancanza di attenzione politica verso le cause più rilevanti dell’aumento delle emissioni di metano. Inoltre, per la prima volta, lo studio tenta di quantificare le emissioni antropogeniche di metano provenienti da ecosistemi come zone umide e laghi, ma causate direttamente dalle attività umane, come le emissioni generate da bacini idrici artificiali. Se questa tendenza continua, il pianeta si dirige verso un riscaldamento globale di circa 3 gradi Celsius.
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