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4 Febbraio 2013

La posizione di EV Plug Alliance sul connettore Tipo 3

Riportiamo una nota stampa diffusa da EV Plug Alliance, l’alleanza capitanata da Gruppo Legrand, SCAME Parre S.p.A. e Schneider Electric promotrice del connettore Tipo 3.

In questa nota si sostiene l’universalità e la sicurezza della soluzione T3, nata già con un dispositivo di sicurezza (shutter) che evita la possibilità di contatto con parti in tensione anche in caso di guasto dell’elettronica di controllo integrata nella colonnina di ricarica.

La scelta del connettore Tipo 2 (T2) o Tipo 3 (T3), ha portato a molte discussioni circa le prestazioni elettriche e la sicurezza del sistema di ricarica. Facciamo un po’di chiarezza.

LE PRESTAZIONI ELETTRICHE

Nel suo comunicato stampa, l’azienda produttrice del Tipo 2 lo definisce come connettore unico e universale, a differenza del Tipo 3 che invece prevede tre diverse configurazioni.
Le tre diverse versioni del T3 (3a, 3b, 3c) che sono previste nella norma di riferimento 62196, ma solo la versione 3C ha la stessa universalità di impiego in mono-fase a 16A come in trifase a 32A. La versione 63A viene utilizzata solo per il connettore del veicolo, perché a questo livello di corrente, corrispondente alla carica veloce, i cavi sono fissati definitivamente alla stazione di ricarica.
Non sarà quindi prevista nella norma alcuna presa di corrente 63A installata nel settore delle infrastrutture (l’ACEA infatti raccomanda l’utilizzo del cavo permanentemente collegato anche per la ricarica in monofase da 16A).

LA SICUREZZA

Per quanto riguarda la questione sicurezza della connessione l’approccio dei due sistemi è radicalmente diverso.
Nel caso di T2, la messa in sicurezza si basa sul fatto che il connettore è scollegato dalla carica quando il circuito di carica non è in tensione. Il problema si verifica quando, in caso di guasto dell’ elettronica di comando, è possibile che il connettore rimanga comunque in tensione. Siamo quindi di fronte al caso più pericoloso: l’utente pensa di essere in sicurezza, ma invece non lo è. È importante capire che non si tratta solo di un’ipotesi teorica. Questo difetto è stato riprodotto in laboratorio e la probabilità che si verifichi sarà inevitabile quando verranno istallati migliaia di punti di ricarica.
Si noti inoltre che la normativa non prevede alcuna descrizione tecnica del circuito elettronico che permette di scollegare la spina, il suo design è a discrezione del produttore, il che non è sempre sinonimo di garanzia per la robustezza e sicurezza dei dispositivi.
A differenza del T2, il connettore T3 dispone di protezioni aggiuntive mediante Shutter integrati che garantiscono il livello di protezione IPXXD, richiesto dalla norma, che soddisfa i requisiti normativi di sicurezza di 12 paesi dell’Unione Europea (che rappresentano più del 55% della popolazione europea). Questo tipo di dispositivo evita infatti ogni rischio di contatto diretto con le parti metalliche in tensione, indipendentemente dallo stato dell’elettronica di controllo, al costo più basso e in dimensioni ridotte.
Per i paesi che non prevedono a livello legislativo questo sistema di sicurezza, il connettore T3 può essere prodotto anche senza shutter, garantendo nel contempo un alto livello di qualità del prodotto. Questo è comunemente noto anche nel campo delle prese domestiche E / F o Schuko, che possono essere realizzate su richiesta con o senza shutter di protezione.
È importante notare che anche i promotori del tipo T2 riconoscono la necessità di fornire il livello di protezione IPXXD proponendo nei paesi interessati un dispositivo adattato ad assolvere tale funzione. Ma il connettore T2 non è stato originariamente progettato con gli shutter, e dall’esigenza di dover produrre un connettore adeguato anche nei Paesi dove questa protezione aggiuntiva è richiesta, la casa produttrice ha prodotto un connettore T2 cui è stata apportata questa modifica, che però risulta essere piuttosto ingombrante, poco ergonomica e decisamente costosa.

In conclusione, il connettore T2 non offre oggi una soluzione universale adatta alle esigenze europee, la vera soluzione per l’Europa è quello di lavorare verso l’evoluzione di spine standardizzate, di tipo 2 o 3, in modo che uno di loro è disponibile in versioni con e senza shutter, per soddisfare le esigenze o le aspettative di ogni Paese. Se si considera il numero di dispositivi ad oggi installati, la spina T3 è già molto diffusa in Francia e in Italia e secondo le stime Eurelectric, il numero totale di spine T3 già installata è di molto superiore rispetto al T2 . Il connettore T3 risulta quindi essere senz’altro il più idoneo come base di un’auspicata soluzione universale.

Dominique Roussel

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